Chi era mia madre? Molti hanno tentato di raccontarla, ognuno dal proprio punto di vista, non riuscendoci.
I soliti luoghi comuni, la passionalità, il parlare colorito, la non bellezza. Secondo me mia madre era diversa. Non sarò obiettivo, non voglio esserlo, il mio è un parere assolutamente di parte e vorrei vedere che non lo fosse.

Innanzitutto consideriamo il periodo in cui si affacciò nel mondo dello spettacolo. In quell’epoca l’immagine femminile che veniva rappresentata nel cinema era in qualche modo idealizzata, era totalmente diversa dalla realtà, sembra quasi che rifiutassimo il nostro aspetto fisico (piccoli, neri e brutti).

Sullo schermo le donne erano sempre bionde, longilinee, vestite con abiti eleganti in ambienti irreali: il mondo dei telefoni bianchi. Lei invece rappresentava il quotidiano, capelli neri, vestiti di tutti i giorni, trucco quasi inesistente. Il suo modo di recitare era il più naturale possibile, in netto contrasto con gli schemi dell’epoca.

Anche nella vita era completamente diversa rispetto agli stereotipi della società del tempo. La sua modernità di allora è oggi la quotidianità.

Anche nel mondo del lavoro ha anticipato i tempi. E’ riuscita a imporsi e ad emergere in un ambiente dominato dalla figura maschile. Ha intrapreso la sua carriera artistica senza l’appoggio di un produttore, regista, marito, amante.

In tutta la sua vita non c’è stato mai un compagno che le sia servito alla carriera, semmai fu il contrario. Con Roberto Rossellini da Roma Città Aperta e L’Amore credo che l’aiuto fu reciproco.

E’ riuscita ad imporsi grazie alla sua intelligenza, all’istinto, alla professionalità, al carattere. Un carattere determinato, che fu scambiato per “brutto carattere”.

Vorrei proprio sapere se avesse avuto un “buon carattere” se sarebbe arrivata dove è arrivata. Chi ha carattere automaticamente per gli altri ha un “brutto carattere”.

Oggi c’è chi per ricordarla si accontenta ancora di raccontare i suoi amori, le scenate di gelosia, gli scontri sul set come tratti negativi di un’attrice per la quale essere se stessa, in tutti i momenti della vita, è stato patrimonio irripetibile della sua personalità.

Luca Magnani
(introduzione del catalogo “Ciao Anna“, di M. Hochkofler e Luca Magnani)


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