“La realtà è là, perchè manipolarla?”. Con questa idea Roberto Rossellini rivolse la macchina da presa alla Storia e divenne leggenda.
La verità di Roma Città Aperta stravolge il cinema di contenuti e linguaggi eterni che riempiranno le pagine dei libri sotto il nome di Neorealismo. Brandelli di realtà fatta a pezzi dall’occupazione nazista, destini di uomini e donne giusti fagocitati dalle violenze di una città in preda al caos e all’ingiustizia, storie semplici di sacerdoti, bambini e partigiani che combattono l’orrore quotidiano con le armi della loro profonda umanità. Un’opera talmente dirompente da imprimere per sempre figure e immagini nell’universo cinematografico che grazie ad esse non sarà mai più lo stesso.
Durante l’occupazione tedesca di Roma, l’ingegnere comunista Manfredi (Marcello Pagliero) che milita nella Resistenza prende contatti con un compagno tipografo. La Gestapo è sulle sue tracce, ma l’uomo trova rifugio presso l’abitazione di un sacerdote (Aldo Fabrizi) mentre l’operaio è arrestato e la sua donna (Anna Magnani) viene uccisa da una raffica di mitra. La delazione di Marina (Maria Michi), un’attricetta cocainomane che ha avuto in passato una relazione con Manfredi e che ora sta nel giro degli ufficiali tedeschi, consente loro di cattuare l’ingegnere e il prete. Il primo, benchè torturato a morte, non rivela i nomi dei compagni; il prete viene fucilato mentre riceve l’ultimo saluto da alcuni ragazzini della sua parrocchia. È il film più celebre del Neorealismo, realizzato da Rossellini in condizioni di incredibile povertà di mezzi e di romanzesca precarietà. Immortale la sequenza della Magnani che viene falciata dai mitra mentre insegue la camionetta con suo uomo. Alla base della vicenda sta un personaggio realmente esistito, don Morosini, che i tedeschi fucilarono a Roma per la sua adesione alla lotta partigiana.
Il personaggio di Don Pietro (Aldo Fabrizi) riassume le figure di Don Giuseppe Morosini e di Don Pietro Pappagallo. Quello di Pina (Anna Magnani) invece è ispirato a Teresa Gullace, una donna italiana uccisa dai soldati nazisti mentre tentava di parlare al marito prigioniero dei tedeschi: episodio che ispirò in maniera determinante la famosa scena del film.
Roma Città Aperta è il primo film della Trilogia della guerra diretto da Roberto Rossellini, seguiranno Paisà (1946) e Germania anno zero (1948).

PREMI: 2 Nastri d’Argento, 1946 (Miglior Film a Roberto Rossellini; Miglior Attrice Non Protagonista ad Anna Magnani) – Festival di Cannes, 1946 (Gran Premio Collettivo)

GENERE: Drammatico, Guerra
ANNO: 1945
REGIA: Roberto Rossellini

ATTORI: Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Vito Annichiarico, Marcello Pagliero, Nando Bruno, Harry Feist, Francesco Grandjacquet, Maria Michi, Eduardo Passarelli, Carlo Sindici, Akos Tolnay, Joop van Hulsen, Giovanna Galletti, Carla Rovere, Amelia Pellegrini, Alberto Tavazzi, Turi Pandolfini

SCENEGGIATURA: Sergio Amidei, Federico Fellini, Roberto Rossellini, Celeste Negarville
FOTOGRAFIA: Ubaldo Arata
MONTAGGIO: Eraldo Da Roma
MUSICHE: Renzo Rossellini
PRODUZIONE: EXCELSA FILM, MINERVA FILM AB
DISTRIBUZIONE: MINERVA FILM – DOMOVIDEO, NUOVA ERI, MONDADORI VIDEO, VIDEOGRAM, EDEN VIDEO, SKEMA, 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT, CDE HOME VIDEO, GRUPPPO EDITORIALE BRAMANTE, M&R (IL GRANDE CINEMA, CINECITTA’)
PAESE: Italia
DURATA: 99 Min