Roma è una donna capricciosa, ma ha il fascino e la sicurezza di un uomo d’altre tempi. Affascinante perchè incomprensibile, incomprensibile perchè troppo in tutto.
Troppo grande, troppo vecchia, troppo abitata, troppo bella.

Roma possiede questo straordinario dono di antropomorfizzarsi rispecchiando infinite situazioni e stati d’animo: solitaria, dispettosa, permalosa, ‘caciarona‘, silenziosa nei suoi vicoli protetti.

Tace il giorno ma ride e piange la notte.

Disarmante, irritante, pesante, vanitosa, sacra, profana, spietata, insanguinata, pura… amore, odio, amore, odio.

Sempre un po’ distratta, ma in ogni luogo presente. Con il peso di tropi anni sulle spalle, ogni aurora su questo cielo è un assaggio di paradiso. Il suo stesso esistere, così risalente nel tempo, confronta e disturba chi a Roma nasce e vive.

Una delle sue più belle creature, Anna Magnani, riesce nel miracolo laico di assurgere (per dirla alla Fellini) a immagine rappresentativa della città.

Con un certo orgoglio sotteso, la Magnani ribadiva quella romanità viscerale ma mai esasperata, perchè sempre sorretta da un filo di disillusione (“Io voglio esser nata a Roma perchè sono nata a Roma”), con infinita tenerezza la desiderava nei mesi del suo soggiorno statunitense (“Roma… Roma mi mancava moltissimo. Dopo tanti grattacieli, avevo proprio bisogno di rivedere Roma… i tetti bassi, le chiese sedute sui tetti…”) e con orgoglio non perdeva occasione per ricordarne la bellezza (“A Roma c’è tutto… c’è il mare, c’è a’ città, c’è Fontana de Trevi, c’è Via Veneto… CIAO ROMAAA!”)

Proprio Anna Magnani, pure nel suo negarsi come simbolo di Roma, diviene comunque personaggio identificativo di una certa romanità e quindi di un certo modo di vivere una città in continuo mutamento che trova nel proprio millenario passato la propria legittimazione ad essere eterna, davvero Città Eterna.

Le infinite parole che le sono state dedicate non hanno mai condotto ad un giudizio unanime: non può esservi una visione oggettiva di questa città.
Alle più forbite analisi si sostituiscono infiniti e altalenanti sentimenti: Roma è come è e come non è.

di Mariangelica Lo Giudice
(© RIPRODUZIONE RISERVATA)

Foto: Anna Magnani a Quattro Fontane , 1956 ca. – Fotografo Marcello Geppetti, per gentile concessione di “Roma Ieri Oggi”